Per gli antichi greci la felicita’ aveva diversi significati, ossia la buona sorte, ma comunque collegata a verbi come raggiungere, ottenere, distribuire, riuscire. Quindi la felicita’ era vista come l’obiettivo finale della vita, una vita vissuta secondo etica e morale. Vediamo come la pensavano alcuni dei filosofi piu’ famosi dell’antica Grecia, vissuti piu di 2000 anni fa.
Epicuro (341-270 AC) fondo’ la Scuola della felicita, accostando la felicita’ all’amicizia piuttosto che all’amore. Dobbiamo lavorare non per guadagnare ma solo per amore di cio’ che facciamo. La felicita’ e’ data eliminando cio’ che ci turba, come la paura degli dei e della morte, il confidare nel nostro futuro e il desiderio delle cose non strettamente necessarie, solo in questo modo non avremo dolore in corpo e nell’anima e saremo davvero felici. Per Epicuro la vera sorgente della felicita’ e’ il piacere a cui dovremmo tutti tendere, il fine ultimo della nostra vita. In pratica il piacere e’ l’assenza di dolore e del turbamento della nostra anima. I piaceri naturali, come bere e mangiare, sono i piu’ importanti e quelli per cui davvero vale la pena di vivere, godere quindi ogni momento della vita come se fosse l’ultimo, cercando di accontentarci di quello che la vita ci riservera’ senza preoccuparci del futuro! “Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un’esistenza felice, la più grande è l’amicizia.”
Anche per Protagora (486-411 AC), la felicita’ era vista come il bene piu grande che deriva dai piaceri della vita, che si possono avere dalla realizzazione dei desideri personali, quindi piu’ riesci a realizzare i tuoi desideri, piu’ sarai felice. Platone (427-347 AC) riteneva che una vita felice era una vita piena di desideri da cercare di soddisfarli in piena gioia. Parlava quindi di “felicita’ platonica”, intesa come astrazione dalla realta’.
Per Socrate (469-399 AC), invece, la felicita’ non si raggiunge cercando il piacere ma attravero la virtu’, dipende quindi da noi e dalle nostre possibilita’ di raggiungerla, attraverso la filosofia che ci puo’ portare al sommo bene. Seguendo i propri doveri da bravo cittadino e usando l’intelletto possiamo raggiungere la felicita’. “Il segreto della felicità non consiste nel ricercare di più, ma nello sviluppare la capacità di godere di poco”.
“Nessuno è infelice se non per colpa sua” diceva Seneca (4-65 AC), che vedeva la felicità come la vetta di una montagna da conquistare da soli, secondo virtù ed eliminando i nostri desideri. Inoltre la felicità non è mai nel passato o nel futuro ma nel presente, in quello che si fa adesso nel presente, ma importante e’ agire sempre con il cuore!
Mentre invece per Democrito (460-360 AC), la felicita’ coincide con la tranquillita’ dell’animo, un animo calmo ed equilibrato, non turbato da passione e timori!
Insomma i filosofi greci avevano idee ben chiare e assai diverse sul concetto di felicita ma alla fine molto attuali e allora lasciamo a voi ogni rilfessione su un tema che comunque appassiona da 2 secoli, ma siccome siamo dei sognatori, ci piace terminare con queste parole….
“Da grande voglio essere felice“ John Lennon.